E-school di Arrigo
Amadori
Miscellanea
Lo spazio-tempo di Einstein
La discussione su cosa siano spazio e tempo è vecchia come l'uomo e
forse non finirà mai. Il
motivo di
questo è che in natura, probabilmente, essi non esistono (i recenti
sviluppi teorici della
teoria delle
stringhe ipotizzerebbero la possibilità che almeno lo spazio possa essere
quantizzato
in
"particelle"). In natura esistono i corpi. Lo
spazio ed il tempo
sono
una invenzione
della nostra
mente che cerca di capire e descrivere il cosmo.
Descriveremo in questa pagina come lo spazio ed il tempo sono visti ed
interpretati nella teoria
della
relatività
generale
di A. Einstein. Il materiale qui presentato costituisce un completamento
di quanto introdotto alla pagina LaStrutturaMetricaDelloSpazioTempo.htm
.
Per potere comprendere il testo occorre conoscere le nozioni di base del calcolo
tensoriale. Una
presentazione essenziale del medesimo è disponibile alla pagina SpaziCurvi.htm
.
01 - Lo spazio-tempo in assenza di campo gravitazionale.
L'esperienza mostra che, in assenza di campo gravitazionale, lo
spazio tridimensionale è euclideo.
In esso è sempre possibile definire sistemi di riferimento cartesiani
ortogonali cosiddetti
inerziali
(sistemi di riferimento cartesiani ortogonali in moto fra di loro con velocità costante)
dotati di un
orologio che segni il tempo.
Per tali sistemi inerziali vale il principio di costanza della velocità
della luce (la velocità della
luce c in essi è costante)
ed il principio di relatività ristretta (le leggi della fisica in essi
sono
le stesse).
Un sistema di riferimento inerziale (spaziale a 3 dimensioni) dotato
della possibilità di misurare il
tempo forma
un sistema di riferimento quadridimensionale. Per questo motivo si
considera lo
spazio-tempo
come una varietà (spazio in senso matematico) quadridimensionale. In
questa
varietà le coordinate sono
.
La metrica dello spazio-tempo (detta metrica di Minkowski) è :
dove t è la coordinata temporale, x , y , z sono le
coordinate spaziali.
Questa formula dipende dal fatto che se due eventi (punti dello
spazio-tempo) sono collegati da
un raggio di luce (cioè un raggio di luce parte dal primo e raggiunge
il secondo) la loro distanza è
considerata nulla. Se
due eventi sono collegati da un raggio di luce possiamo allora scrivere :
.
Infatti, in due dimensioni (considerando solo t ed x ) e per
due eventi A e B non infinitamente
vicini :
,
se la luce parte da A , arriva in B in un tempo
e compie uno spazio
,
viaggiando
con velocità c , possiamo scrivere :
da cui :
.
Sostituendo in
otteniamo, come già detto,
.
Le leggi di trasformazione da un sistema quadridimensionale all'altro che
soddisfino l'esigenza di
lasciare la distanza (al quadrato, e fra
punti non infinitamente vicini)
:
invariata sono (in assenza di campo gravitazionale) le trasformazioni di Lorentz. Esse sono le
formule fondamentali della teoria della
relatività ristretta.
La metrica
corrisponde ad uno spazio a curvatura nulla (in
questa metrica il
tensore
di Riemann è identicamente nullo) ed è chiamata anche metrica
galileiana.
Si dice anche che
essa corrisponde è uno spazio-tempo piatto.
Dal punto di
vista prettamente
matematico potrebbe esse chiamata pseudometrica (perché
può essere nullo
per valori non identici delle coordinate)
complessa (perché
può avere valori
complessi) pseudoeuclidea (perché formalmente simile alla metrica
euclidea, ovvero
al teorema
di Pitagora).
02 - Lo spazio-tempo in presenza di campo gravitazionale.
Un campo gravitazionale generato dalle masse, secondo la teoria della
relatività generale, incurva
lo spazio-tempo per cui
esso diventa una varietà curva.
Vediamo di formalizzare questa affermazione.
Sia data una varietà quadridimensionale di coordinate curvilinee
. La coordinata
sia
la coordinata temporale e le altre siano le coordinate spaziali. Si usa l'aggettivo "curvilinee"
proprio
perché
in generale le coordinate per una varietà qualunque non sono cartesiane. Si noti anche
che
gli indici scritti in alto
non indicano l'operazione
di potenza !!! Essi sono solo indici scritti in
alto !!!
In generale, grandezze con gli
indici in altro si dicono controvarianti.
La metrica di una tale
varietà è data dalla forma differenziale :
con i , k = 0, 1,
2, 3 e dove viene fatta
la somma sugli indici
ripetuti
secondo la convenzione di
Einstein (per cui la formula
scritta interamente diventa
).
La metrica definita sopra (che è detta riemanniana) è definita dal tensore
doppio covariante
(covariante perché gli indici
sono scritti in basso) detto tensore
metrico della varietà.
Si tratta del sistema :
dove le
sono 16 funzioni delle coordinate
. Il tensore metrico descrive
tutte le proprietà metriche
della varietà.
Il tensore metrico ha l'importante proprietà di essere simmetrico, cioè :
per cui le grandezze del tensore metrico effettivamente diverse sono al
massimo 10 .
Nel caso della metrica piatta di Minkowski
ponendo
:
si ottiene :
per cui :
.
Diremo che questo tensore metrico è galileiano così come le
coordinate ad esso corrispondenti.
Una varietà può essere sempre considerata immersa in uno spazio euclideo
a
dimensioni
dove n è la dimensione della varietà (essendo
il numero delle componenti distinte del
tensore metrico). Nel caso di n = 4 sia ottiene
10 , quindi una varietà a 4 dimensioni
è immergibile
in uno spazio euclideo a 10 dimensioni.
Nel caso di n = 2 , la dimensione dello spazio euclideo immergente è 3
per cui possiamo
disegnare un modello grafico. In questo caso ( n = 2 ) avremo le sole coordinate
dove
è
la coordinata temporale
e
è la
coordinata spaziale. Una tale varietà è immergibile nello
spazio tridimensionale euclideo di coordinate cartesiane ortogonali
(dove gli indici
sono scritti in basso, anche se potrebbero essere scritti in alto
(questa possibilità di scrivere gli
indici
in alto oppure in basso vale solo per gli spazi euclidei dotati di coordinate
cartesiane)).
Si noti anche che lo spazio euclideo introdotto non ha alcun significato fisico, esso è stato
evocato solo per potere disegnare un modello grafico della
varietà bidimensionale.
Chiamando con S una varietà bidimensionale immersa nello
spazio euclideo tridimensionale :
La relazione matematica fra le coordinate
e le coordinate
è data da :
dove le
con i = 0, 1, 2 sono opportune funzioni continue (con derivate
continue in ogni ordine)
tali da essere
invertibili (rango dello jacobiano uguale a 2 ).
In questo modo si determina una corrispondenza biunivoca fra i punti
dello spazio
euclideo tridimensionale contenuti nella varietà bidimensionale S ed i
valori
delle sue
coordinate curvilinee :
Le funzioni
determinano sulla varietà S un sistema di coordinate curvilinee
(non vi è ambiguità
nella definizione) ottenute
dando valori costanti a
e lasciando variare
e viceversa :
Su di una varietà si possono scegliere infiniti sistemi di riferimento
di coordinate curvilinee.
Rispetto a ciascun sistema di riferimento curvilineo l'elemento di linea
è invariante ed
anche
le leggi della fisica devono risultare le stesse (principio di relatività generale).
Per questo motivo, nello spazio-tempo quadridimensionale si può scegliere un sistema
di riferimento
curvilineo qualunque.
Scelto un sistema di riferimento spazio-temporale qualunque, sorge il problema
di definire le
relazioni fra le coordinate scelte e gli spazi ed i tempi reali,
quelli che hanno significato fisico
(essendo la coordinata temporale e quelle spaziali del tutto convenzionali) e che si possono
misurare nei vari punti della varietà.
Vedremo anche come è possibile sincronizzare gli orologi che si può
mettere nei vari punti dello
spazio.
Per fare questo utilizzeremo il modello di una varietà
bidimensionale dotato di coordinate curvilinee
(disegnate per comodità sul piano come fossero coordinate cartesiane ortogonali) di cui la
coordinata
è
la coordinata temporale e
quella spaziale.
La metrica di tale varietà è rappresentata dal tensore metrico
.
03 - Il tempo "reale".
Come abbiamo visto sopra, su una varietà possono essere scelte coordinate
curvilinee qualunque,
sia per lo
spazio che per il tempo. In generale, qualunque modo di definire la
posizione di un punto
nello spazio
e nel tempo è accettabile nell'ambito della teoria della relatività generale.
E' però altresì sempre possibile scegliere un sistema di riferimento che localmente,
nell'intorno di
un punto,
sia galileiano. Questo deriva intuitivamente dal fatto che
localmente una varietà curva
può essere considerata
approssimativamente piatta.
Senza entrare nei particolari (che esulerebbero dallo scopo di questa pagina)
possiamo affermare
che un sistema localmente galileiano si può anche chiamare localmente geodetico
perché le sue
coordinate curvilinee
sono formate da geodetiche (ovvero da linee di minima distanza).
Possiamo
anche affermare che un tale sistema localmente galileiano si può ottenere fisicamente con un
corpo in
caduta libera nel
campo gravitazionale.
Il fatto che si può sempre scegliere un sistema localmente galileiano è di estrema importanza perché,
in effetti, per quanto curvo
possa essere lo spazio-tempo,
noi possiamo sempre scegliere un sistema
di riferimento in cui, per una porzione
piccola di spazio-tempo,
valgono le usuali leggi della geometria
euclidea. In un certo modo siamo sempre in grado di ricondurci
alla situazione familiare della nostra
esperienza quotidiana.
Se poniamo un osservatore dotato di un orologio in un certo punto dello
spazio-tempo (in generale
incurvato
dal
campo
gravitazionale)
e lo dotiamo di un sistema di coordinate
localmente galileiane
(centrato su di lui) egli
misurerà con il proprio orologio (per un piccolo lasso di tempo) il tempo
reale (detto
anche tempo
proprio).
La definizione di tempo proprio è esattamente questa.
Se facciano la stessa cosa negli altri punti dello spazio-tempo (usando orologi
identici e sempre per
piccoli
intervalli di tempo) otteniamo una situazione
analoga.
Ogni osservatore misurerà il proprio
tempo reale e per ciascuno di essi il proprio orologio segnerà
il tempo
in modo "normale". Si
potrà
anche confrontare i
singoli tempi propri dei
singoli osservatori con il tempo indicato dalla coordinata
curvilinea
.
Il tempo "segnato"
dalla coordinata
si può per questi motivi chiamare tempo assoluto.
Vediamo ora di trovare una relazione matematica che leghi il tempo reale alle
coordinate curvilinee.
Indicheremo il tempo proprio con la lettera
(tau).
Consideriamo la varietà (per semplicità ci limitiamo al caso bidimensionale)
dotata di un
sistema
di coordinate curvilinee
e di un sistema di coordinate localmente galileiane
centrate
in P
(i due sistemi siano tangenti in P ).
L'elemento di linea
è invariante rispetto ai due sistemi di coordinate. Per questo possiamo
scrivere (nell'intorno di P , dove la metrica è pressoché galileiana) :
con i , k = 0 , 1 (ricordare di fare la somma rispetto agli indici ripetuti).
Consideriamo due eventi infinitamente vicini, di cui il primo è P , nei quali la
coordinata spaziale
non cambi (in entrambi i sistemi, dato che sono tangenti in P ). Immaginiamo cioè che i due eventi
abbiano
luogo nello stesso punto dello spazio ma in tempi diversi
(infinitamente vicini). La distanza
temporale fra i due eventi
rispetto al primo
sistema è
mentre nel sistema
localmente galileiano
è
.
Graficamente :
Avremo allora :
.
Da cui si ottiene direttamente :
e quindi :
.
Questa è la formula cercata che mette in relazione il tempo proprio con il
tempo assoluto.
Consideriamo i seguenti
eventi A' , A'' , B' , B'' , corrispondenti rispettivamente alle
posizioni spaziali
A e B date,
così come indicati nel grafico :
Per essi si verifica l'importante fatto che, sebbene l'intervallo di tempo
assoluto sia lo
stesso,
i corrispondenti intervalli di tempo proprio
e
, presi
in posizioni spaziali diverse,
possono essere diversi in quanto
in generale è funzione anche di
. Questo a sottolineare
che il tempo proprio ha valore
locale.
Dalla formula che esprime il tempo proprio, si deduce inoltre immediatamente che, dovendo essere
il tempo
reale una grandezza positiva, deve essere :
.
Potranno avere significato fisico le coordinate curvilinee per cui il temine
è positivo.
Se ciò non si verificasse, si potrà sempre scegliere un sistema di riferimento
in cui questo avvenga.
Infine, è ovvio notare che la formula che dà il tempo proprio è la stessa
anche per varietà spazio-temporali
a 4 dimensioni.
04 - Lo spazio "reale".
La misura di un intervallo spaziale, avente un significato fisico
reale,
in uno spazio-tempo curvo
è un problema abbastanza complesso
perché non può essere risolto semplicemente prendendo la
distanza
fra due eventi aventi coordinate spaziali diverse e coordinata temporale uguale.
Ciò
può essere fatto solo in presenza di uno
spazio-tempo galileiano.
In questo caso basta porre
e ricavare
. In generale, in una varietà curva, questo non
vale perché le
coordinate curvilinee sono arbitrarie.
Per ottenere la misura di un intervallo spaziale, che indicheremo con
, ricorreremo ad un raggio
di luce ed alla possibilità, già nota, di calcolare il tempo proprio.
Consideriamo la varietà bidimensionale
dove, come al solito, la prima coordinata
è
la coordinata temporale e
è
quella spaziale.
Consideriamo i punti spaziali B ed A infinitamente
vicini di coordinate
e
:
(le linee orizzontali sono le corrispondenti linee di universo (i
punti A e B sono in quiete)).
Immaginiamo ora che al tempo
parta da B un raggio di luce in direzione del punto
A
e che lo raggiunga al tempo
. Graficamente :
Chiamiamo
il primo evento (quando la luce parte da B ) e
il
secondo (quando la luce arriva in A ).
Supponiamo ora che il raggio di luce, una volta giunto in A , venga
riflesso di nuovo verso B
raggiungendolo
al tempo .
Graficamente :
Chiamiamo
l'evento finale in cui la luce ritorna su B .
Si noti che, fisicamente, la luce non "viaggia" propriamente sul
grafico
ma sulla varietà
bidimensionale immersa nello
spazio euclideo
, varietà di cui le
sono le
coordinate curvilinee. Comunque
gli eventi B' , A' , B'' segnati sul grafico sopra
corrispondono
esattamente a ciò che avviene
fisicamente sulla varietà bidimensionale.
Si noti anche che i valori temporali
e
sono
infinitesimi.
Possiamo riassumere il processo di emissione e riflessione della luce nel
seguente modo :
.
Calcoliamo ora l'elemento infinitesimo
fra gli eventi B'
e A' considerando che in due
dimensioni esso è in generale :
.
Si ha allora fra B' e A' :
.
Siccome l'elemento
è un invariante rispetto ad
ogni cambiamento di coordinate e siccome in
un sistema localmente galileiano l'elemento infinitesimo di linea fra due eventi
collegati da un
raggio
di
luce è nullo,
possiamo affermare che :
.
La precedente equazione diventa quindi una semplice equazione di 2'
grado che ci fornisce
.
Otteniamo quindi :
.
Facendo la stessa cosa per l'elemento
fra gli eventi A' e B'' otteniamo :
.
A questo punto siamo in grado di calcolare il lasso di tempo assoluto fra gli
eventi B' e B'' .
Esso è esattamente
. Otteniamo perciò :
.
Il tempo proprio
corrispondente al tempo
assoluto
sarà
(conformemente a quanto
affermato nel paragrafo precedente) :
.
Siamo ora in grado di ricavare l'intervallo di spazio
semplicemente definendolo in modo che :
(la divisione per 2 dipende dal fatto che la luce, in effetti,
compie due volte il medesimo cammino).
L'intervallo
(conviene considerarlo al quadrato) sarà infine (semplificando) :
.
Questa formula dà l'intervallo di spazio "reale", la distanza avente
significato fisico, fra due punti
dello spazio infinitamente vicini (in un dato istante).
Nel caso dello spazio-tempo a 4 dimensioni di coordinate
curvilinee
(dove come
sempre
è la coordinata temporale) la formula diventa :
dove
(attenzione !!! qui
e
sono
indici !!!) (le somme sugli indici ripetuti
sono sottintese).
Continuando l'approfondimento in 4 dimensioni, la formula trovata
può essere scritta nel seguente
modo :
dove :
con
.
Il tensore
rappresenta la metrica, ovvero le proprietà geometriche dello spazio (separato
dal
tempo). Esso rappresenta il legame fra lo spazio "reale", avente
significato fisico, e la metrica dello
spazio-tempo quadridimensionale.
Consideriamo
i seguenti eventi A' , A'' , B' , B'' , corrispondenti
rispettivamente alle posizioni spaziali
A e B date,
così come indicati nel grafico (in 2 dimensioni) :
Per essi si verifica
l'importante fatto che, sebbene l'intervallo di coordinata spaziale
sia lo
stesso, i corrispondenti
intervalli di lunghezza
e
, presi
in posizioni temporali
diverse, possono essere diversi in
quanto il tensore in generale è funzione anche
di
.
Questo a sottolineare
che
l'intervallo di lunghezza ha valore locale.
E' interessante notare che l'intervallo
fra due punti dello spazio (di coordinate spaziali
assegnate ed infinitamente vicine) può aumentare o diminuire allo scorrere del tempo assoluto.
Questo
significa che lo spazio può espandersi o contrarsi.
05 - Simultaneità e sincronizzazione degli orologi.
Come abbiamo più volte affermato, in relatività generale la scelta di un
sistema di riferimento
spazio-temporale è del tutto arbitraria. Per questo motivo il concetto di simultaneità
fra due
eventi non è così semplice e, per definirlo, dobbiamo riferirci ad un qualche
fenomeno fisico.
Per decidere se due eventi sono simultanei utilizziamo ancora un raggio di
luce che parte dal
punto B , raggiunge il punto A ad esso spazialmente infinitamente
vicino, e, opportunamente
riflesso, ritorna su B :
Immaginiamo di porre in B un orologio. Orbene, consideriamo
l'indicazione dell'orologio all'istante
intermedio fra la partenza del raggio di luce ed il suo arrivo (sempre
in B ) come simultaneo al tempo
in A . Sia B''' questo evento simultaneo ad A' e
sia
la sua
coordinata temporale :
Come appare chiaro dal diagramma, la coordinata
in generale è diversa da
.
Ora che abbiamo definito quando due eventi (spazialmente infinitamente vicini)
sono simultanei,
abbiamo fornito anche un modo concreto per sincronizzare l'orologio che
è in B . Questo
fatto è di fondamentale importanza perché ci permette in linea di principio di
sincronizzare tutti
gli
orologi che possiamo immaginare di porre nei vari punti dello spazio.
Quando l'orologio in B segna il tempo intermedio fra andata e
ritorno del raggio di luce, possiamo
affermare che quell'istante vale
e possiamo così mettere a punto l'orologio .
Calcoliamo ora il valore di
utilizzando i valori di
e
già
calcolati nel paragrafo
precedente. Avremo allora :
da cui, sostituendo i valori di
e
,
ricaviamo direttamente
:
(nel caso bidimensionale).
La formula nel caso quadridimensionale diventa :
dove qui
è un indice che vale 1 , 2 , 3 e la somma è sottintesa su
.
Ripetendo il processo, possiamo sincronizzare un orologio nel punto C
(spazialmente infinitamente
vicino a B ) :
ottenendo così l'evento C''' di coordinata temporale
è simultaneo a B''' e ad A' .
In questo modo possiamo sincronizzare tutti gli orologi posti in qualunque punto
dello spazio ottenendo
la formula :
.
Nel caso dello spazio-tempo tridimensionale
, dove
è la coordinata temporale e
di cui possiamo ancora ottenere
un grafico (e di conseguenza nello spazio-tempo quadridimensionale),
si nota una particolare
proprietà del processo di sincronizzazione.
Limitatamente alla varietà
tridimensionale proviamo a sincronizzare gli orologi lungo una linea
spaziale
aperta :
dove A , B , C , D sono punti spaziali infinitamente vicini e
è l'intervallo temporale finale
tale per cui
rappresenta al coordinata temporale dell'evento simultaneo in D .
Facciamo la stessa cosa lungo un'altra linea spaziale aperta ma avente i medesimi
estremi :
In questo caso otteniamo un intervallo
diverso dal precedente per cui deduciamo che la
sincronizzazione
dipende dalla linea spaziale prescelta.
Facciamo la stessa cosa per una linea spaziale chiusa :
In questo caso addirittura si perviene al risultato assurdo che un
eventuale orologio in A non sarebbe
sincronizzato con se stesso.
Osservando i grafici si deduce che la sincronizzazione degli orologi su
volumi di dimensioni finite,
in relatività generale, è un processo in generale impossibile (a
causa della arbitrarietà dei sistemi
di
riferimento spazio-temporali).
In generale è solo possibile sincronizzare gli orologi in un intorno
spaziale infinitesimo.
Se però tutte le componenti
, con
, del tensore metrico fossero nulle
il valore di
risulterebbe identicamente nullo. In questo caso si potrebbero
sincronizzare tutti gli orologi
in tutti i punti dello spazio. In questo caso si avrebbe (in
2 dimensioni) :
Se inoltre si avesse
il tempo proprio sarebbe uguale al tempo assoluto. I
sistemi di
riferimento che godono di queste proprietà si dicono sincroni e sono di
grande importanza in
relatività generale. I sistemi galileiani sono ovviamente sincroni.
Si dimostra che è sempre possibile, in qualunque varietà
spazio-temporale, scegliere un sistema di
riferimento sincrono (anzi, se ne possono scegliere infiniti).
Infine osserviamo il fatto estremamente importante che in relatività
generale il tempo proprio fra due
eventi che avvengono nello stesso punto dello spazio è in generale diverso
dal tempo proprio dei
rispettivi eventi simultanei aventi luogo in un altro punto dello spazio.
In due dimensioni :
Questo fatto è ciò che rende la teoria della relatività generale
particolarmente in antitesi con il senso
comune. Solo
se il sistema di riferimento è sincrono allora si verifica l'invarianza dei
tempi propri di
eventi
simultanei.
Fine.
Pagina precedente