E-school di Arrigo
Amadori
Miscellanea
Sotto zero ... ma solo fino ad un certo
punto
Il dato sperimentale.
La natura mostra una palese asimmetria. Mentre si può dare calore ad un corpo
in maniera
illimitata in modo che la sua temperatura cresca indefinitamente, non è
possibile, togliendo
calore, raffreddare un corpo oltre un certo limite. Esiste una temperatura
inferiore non
superabile : è il cosiddetto zero assoluto, circa -273 gradi centigradi.
All'interno delle stelle si possono raggiungere temperature di milioni e milioni
di gradi ma ogni
esperimento, ogni osservazione ed ogni conseguente teoria proibiscono di
oltrepassare in senso
negativo lo zero assoluto.
Come ciò può essere spiegato ?
La teoria classica.
La meccanica classica afferma che se si conosce la posizione e la
velocità (più precisamente la quantità
di moto, ovvero la velocità moltiplicata per la massa) di tutte le particelle che costituiscono un corpo ad
un dato istante, si può
conoscere posizione e velocità delle suddette particelle in ogni istante
successivo
(occorre conoscere anche il tipo di interazione che intercorre fra le
particelle). Questa affermazione è
alla
base dell'intera fisica classica.
Una verifica di ciò è ottenibile facilmente considerando il moto di un corpo,
due al massimo. Già con tre
corpi la descrizione del loro moto non è più ottenibile in termini analitici,
cioè le soluzioni delle equazioni
che ne derivano non è più possibile in forma esatta a causa di insormontabili
difficoltà matematiche.
Sorge allora il grosso problema dell'impossibilità di conoscere esattamente le
posizioni e le velocità delle
particelle di un corpo complesso cioè formato da molte particelle. Al più si può avere una descrizione
approssimata.
Nasce allora l'esigenza di una teoria statistica, che si occupi cioè dei grandi
numeri utilizzando variabili
di stato che non descrivono più il comportamento delle singole particelle ma
del sistema nel suo insieme.
Tale teoria si chiama termodinamica e le variabili di stato che descrivono un
sistema termodinamico sono :
pressione (P), volume (V) e temperatura (T).
Fra i vari corpi complessi esistenti in natura i gas sono particolarmente
semplici da studiare perché sono
sistemi in cui le interazioni fra le particelle che li costituiscono sono deboli. Allo scopo di costruire una
teoria
termodinamica si parte addirittura dal cosiddetto "gas perfetto". Si tratta di un gas costituito da
particelle che non interagiscono fra loro e che può essere di conseguenza compresso indefinitamente od
indefinitamente rarefatto.
Tale gas è ovviamente inesistente in natura ma, entro certi limiti, ogni gas può
essere considerato perfetto.
Per un tale gas la pressione indica la forza media con cui le particelle urtano le pareti del recipiente
che lo
contiene. Il volume indica, naturalmente, il volume geometrico del
contenitore e la temperatura indica l'energia
cinetica media con cui le particelle si muovono, è cioè una sorta di
indicatore dell'agitazione delle particelle
costituenti il gas. Se un gas cambia di temperatura è perché
dell'energia è entrata od uscita dal gas facendo
aumentare o diminuire l'energia cinetica media delle particelle.
Questa energia che entra oppure esce dal
gas si chiama calore.
Lo studio dei gas perfetti costituisce un campione di fondamentale importanza
per ricavare le leggi statistiche
(termodinamiche) teoriche che possono essere opportunamente estese ai corpi
reali o che possono essere
utilizzate per una maggiore comprensione dei fenomeni termodinamici reali.
Le tre variabili di stato P, V e T per un gas perfetto sono legate fra loro
dalla famosa legge :
P V = k T
Una certa quantità di gas perfetto contenuto in un recipiente di volume
V ha pressione e temperatura
legate proporzionalmente fra loro. Ciò significa che quando la pressione è
nulla, ovvero le particelle del gas
sono praticamente immobili la temperatura diviene 0. Questo è lo zero assoluto,
corrispondente a circa -273
gradi centigradi.
Dal punto di vista della fisica classica lo zero assoluto corrisponde ad uno
stato in cui le particelle del gas
sono immobili, hanno cioè temperatura (energia cinetica media) nulla e quindi
pressione nulla.
Lo zero assoluto corrisponde in definitiva all'assenza di movimento.
Contrariamente, invece, dando energia, ovvero calore, il gas può essere portato
a temperature illimitatamente
alte corrispondente a pressioni infinitamente grandi, basta avere energia
(calore) a disposizione.
Come si vede bene dal questa teoria, la temperatura non ha limite superiore
mentre ha limite inferiore.
In natura le cose, però, non sono così semplici perché un gas perfetto basato
sulle leggi della fisica classica è una
pura astrazione. In realtà, quando la temperatura cala, lo stato di quiete assoluta non è raggiungibile. Ad un
certo
punto si fanno sentire le correzioni quantistiche. Il principio di indeterminazione di
Heisenberg diventa consistente
e
proibisce la possibilità di quiete assoluta : se una particella fosse localizzata in un punto preciso dello spazio
essa
avrebbe una velocità completamente indeterminata e quindi non potrebbe essere
immobile.
La teoria quantistica.
Secondo la meccanica quantistica gli elettroni ruotano attorno al nucleo degli
atomi su orbite (orbitali) dotati di
energia ben definita e fissa. Quando un elettrone si trova su un certo orbitale
è come se fosse in un'orbita
stazionaria in cui non emette alcuna energia. Un elettrone può saltare su un
orbitale ad energia superiore se
riceve dall'esterno l'energia sufficiente, per esempio assorbendo un fotone
(quanto della radiazione elettromagnetica).
Un elettrone, viceversa, può saltare in un orbitale ad energia minore emettendo
l'energia in eccesso, anche qui sotto
forma di fotone. Essendo tutti questi orbitali ad energia determinata, i fotoni
assorbiti od emessi da un elettrone
hanno energia determinata dalla differenza di energia fra i vari orbitali.
Premesso ciò, possiamo immaginare cosa succede ad un corpo quando viene
raffreddato, ovvero quando gli
viene tolta energia. Gli elettroni degli atomi che lo compongono, non ricevendo
più energia in alcun modo,
si posizioneranno tutti negli orbitali ad energia minore emettendo sotto forma
di fotoni l'energia in eccesso.
Anche i nuclei degli
atomi del corpo si posizioneranno nei loro livelli di minore energia (si può pensare che
anche i nuclei formati
da protoni e neutroni siano dotati di strutture a livelli energetici discreti, ovvero prefissati).
Anche i legami
chimici fra i vari atomi che costituiscono il corpo in questione si adatteranno nei livelli di minima
energia.
Se il corpo ha una struttura cristallina, per esempio, le sue molecole si
posizioneranno nei minimi livelli vibrazionali
possibili rispetto ai centri del reticolo
cristallino. Se il corpo è liquido o gassoso esso diventerà solido ed in
ogni modo gli atomi si posizioneranno sui minimi livelli
energetici possibili.
Risulta chiaro da questa descrizione che ogni tipo di legame, elettrone-protone,
protone-protone, protone-neutrone,
atomo-atomo, molecola-molecola è caratterizzato da livelli energetici discreti,
cioè prefissati e che ogni livello di
energia minima ha energia diversa da zero.
Allo zero assoluto, in definitiva, si verifica il posizionamento di tutti i
costituenti della materia nei livelli energetici
minimi. In questa situazione non si può parlare di immobilità, in quanto
elettroni, protoni ecc., pur trovandosi
negli orbitali di minima energia, conservano un loro movimento intrinseco ed
ineliminabile.
Fine.
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